2009 – Pirenei to Santiago (Spagna)

Sarà un viaggio durissimo… uno di quelli che solitamente andrebbero fatti nel periodo estivo e ad un’età sicuramente più giovane. Ma, dopo le esperienze vissute sul tetto del mondo a Caponord e sulle Ande in Sudamerica, come si può resistere alla tentazione di sfidare la natura ancora una volta, amalgamandosi ad essa in completa simbiosi.

Qualcuno lo ha definito un viaggio “mistico“, altri “al limite della pazzia“, altri ancora “viaggio degno di un curriculum tanto importante“.
Personalmente amo definirmi un viaggiatore solitario alla scoperta di se stesso e degli uomini, dei popoli, dei loro costumi, ma anche delle loro sofferenze, della loro voglia di pace e delle loro “differenze” per raggiungerla.

Partirò alle prime ore di questo giorno (quando leggerete questo articolo sarò già presumibilmente oltre il centro Italia) alla volta di Santiago de Compostela, in Spagna per poi raggiungere il punto estremo Ovest della nostra Europa, Finisterre.

Pyrenees Mountains view from satellitePercorrerò, condizioni atmosferiche permettendo, tutta la catena montuosa dei Pirenei, dove mi accamperò durante la notte col mio sacco a pelo e la mia tenda, immerso nei fantastici boschi ad alta quota.
Potrò ascoltarne il silenzio, i fruscii, le voci degli animali in assoluta contemplazione ed introspezione.
Seguirò poi il famoso “Cammino di Santiago“, un sentiero per pellegrini lungo quasi 800 Km, che mi porterà fino ad uno dei tre capisaldi della cristianità, Santiago de Compostela, considerata dai cristiani come quello che rappresenta per i musulmani La Mecca.

Lungo la strada, forse, incontrerò qualche pellegrino (ce ne sono pochi in questo periodo) e con essi cercherò di creare un feeling di supporto logistico, una sorta di garanzia per qualunque cosa dovessero avere di bisogno, quasi a voler emulare i Cavalieri Templari che proteggevano i pellegrini durante il loro viaggio verso Gerusalemme.

Comincia il cammino...

Ho percorso i primi 1.300 km, dalla Sicilia alla Liguria, sotto l’acqua di fortissimi temporali che mi hanno accompagnato fino a Genova, dove ho trascorso la prima notte a casa di un vecchio amico quasi novantenne, da giovane comandante della Marina Mercantile.
Il tempo sembra però mettersi al meglio così decido di passare la seconda notte ad Arles, in Francia, in un campeggio dentro la mia “tenda canadese”. Comincio ad ambientarmi alle modalità austere di questo viaggio. La mattina dopo sarò a Lourdes, per una visita al santuario e poi dritti sparati verso Saint-Jean-Pied-de-Port, dove inizierà il “mio” cammino.

… ed eccomi arrivato all’inizio del cammino di Santiago. Mi trovo a Saint-Jean-Pied-de-Port, sul versante francese dei Pirenei, il primo passo del Camino Francés che per 800 km percorre i Pirenei per arrivare fino a Santiago, meta di questo lunghissimo viaggio.

È stata veramente dura fino ad ora, ma, malgrado tutto ce l’ho fatta, anche se il peggio deve ancora venire!

Stamattina sono stato a colloquio col presidente dell’associazione pellegrini di San Giacomo, per ottenere la tessera che raccoglie i timbri dei vari passaggi fino a Santiago, per ottenere la famosa “Compostela”, la carta che attesta ufficialmente il completamento dell’intero percorso.

Appena mi ha visto arrivare, però,  mi ha detto: “e tu che vuoi… sei con la moto!

Il cammino andrebbe fatto a piedi o in bici o a cavallo.

Ho spiegato il motivo del mio pellegrinaggio, il mio percorso e le mie intenzioni durante il cammino, ho parlato delle mie missioni precedenti ed in particolare di quella in aiuto dei bambini del Sudamerica, al che, accertatosi via internet della veridicità delle mie parole, rivolgendosi alla segretaria ha detto: “ad un uomo così non possiamo assolutamente negarla“, e dicendomi che nella storia del suo servizio lì, io ero il secondo a cui la stava consegnando, mi augurava buon cammino e mi ringraziava per quello che avevo fatto e che avrei ancora fatto.

È la prima volta che mi sento veramente fiero del mio passato e la cosa mi ha riempito di tanta gioia, perché a dire il vero, non ci credevo neanche io che me l’avrebbe consegnata.

Adesso mi aspettano dure prove al freddo delle montagne innevate che sono già lì a guardarmi quasi con segno di sfida, ma confido tanto nelle benedizioni ricevute e nelle vostre esortazioni che non mancheranno sicuramente di darmi una grande mano.

Città visitate

Genova
Arles
Lourdes
Saint-Jean-Pied-de-Port
Roncisvalle
Pamplona
Estella
Logroño
Burgos
León
Lugo
Santiago de Compostela
Finisterre
Barcellona

Il Cammino, Santiago e Finisterre

Superata Roncisvalle, dove trovo la prima neve dei Pirenei, entro in completa simbiosi col Cammino di Santiago. Da qui in poi estrema austerità. Dormirò in rifugi e mi ciberò con pasti frugali, perchè il mio intento è quello di donare tutto il possibile ai “veri” pellegrini, che in questo periodo non sono certo dei turisti.

Con loro instaurerò dei rapporti talmente profondi che sarà veramente difficile dimenticarli. Ognuno di noi, ognuno a modo suo, ha qualcosa da migliorare interiormente, qualcosa di cui liberarsi, quel qualcosa che rende il “cammino” quasi indispensabile. E per questo c’è la Cruz de Hierro (la Croce di Ferro), nei Montes de Leon, dove tutti i pellegrini si liberano di tutte le loro disperazioni.

Al di là di tutto ciò, i paesaggi attraversati sono di una suggestione e spettacolarità incredibili.
I Pirenei sono a dir poco magici. I paesini incastonati in mezzo ai boschi, raccontano tempi passati risalenti al Medioevo.

Ma è ora di scendere dai monti, verso le pianure di girasoli, che ci accompagneranno per gli ultimi 150 km. fino a Santiago de Compostela.

Giungo anch’io in Cattedrale assieme a tutti gli altri pellegrini, coi quali ho condiviso questi ultimi 20 giorni e ai quali ho donato tutte le mie attenzioni.

Con mio grande dispiacere però, gli impiegati dell’ufficio della Cattedrale mi diranno che non possono consegnarmi la Compostela perché io il viaggio l’ho fatto in moto, ma che comunque avrei potuto parlare con l’Abate Priore, giusto per avere almeno la benedizione che meritavo dopo tutto ciò che avevo fatto.

Attendo per tre lunghissime ore il Priore, che al suo arrivo però sembra subito interessato a me (forse qualcuno gli aveva già anticipato la mia presenza e non solo). Con uno sguardo costernato mi ribadisce che non può consegnarmi la “Compostela” ed io ribadisco che non è necessario un pezzo di carta per farmi stare meglio. A farmi stare bene ci aveva già pensato il mio viaggio e le esperienze meravigliose acquisite durante il cammino.

Ma come d’incanto, così come quando meno te la aspetti, intervengono in mio supporto alcuni pellegrini che spiegano meglio il mio operato, adducendo le loro testimonianze.
L’Abate che aveva già avuto qualche piccolo cenno di commozione ascoltando le motivazioni del mio viaggio, a questo punto si ritrovò quasi del tutto disarmato e dopo avermi stretto in un forte abbraccio ed aver condiviso qualche intrattenibile lacrima con me, con tono ritornato autorevole si rivolse agli impiegati dicendo: “Diamo la Compostela a migliaia di persone che non la meritano affatto e che non hanno idea di cosa sia un viaggio spirituale interiore. Non possiamo assolutamente rifiutarci di darla a un moderno Cavaliere Templare su un cavallo di ferro. Consegnategliela subito“.

È stato forse quello il momento in cui mi sono liberato veramente di tutte le mie angosce, scoppiando in un lungo pianto sedato solo dall’ennesimo abbraccio del Priore e di tutti i “testimoni” presenti, felici anche loro di aver contribuito a questa meravigliosa esperienza.

Restano adesso da fare gli ultimi 100 km. per arrivare a Finisterre, il km. 0 del Cammino di Santiago, e poi unica tirata fino a Barcellona, da dove mi imbarcherò per il ritorno in nave fino a Civitavecchia.

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